PREGHIERA DELL'ALPINO
Su le nude rocce, sui perenni ghiacciai,
su ogni balza delle Alpi ove la provvidenza
ci ha posto a baluardo fedele delle nostre
contrade, noi, purificati dal dovere
pericolosamente compiuto,
eleviamo l'animo a Te, o Signore, che proteggi
le nostre mamme, le nostre spose,
i nostri figli e fratelli lontani, e
ci aiuti ad essere degni delle glorie
dei nostri avi.
Dio onnipotente, che governi tutti gli elementi,
salva noi, armati come siamo di fede e di amore.
Salvaci dal gelo implacabile, dai vortici della
tormenta, dall'impeto della valanga,
fa che il nostro piede posi sicuro
sulle creste vertiginose, su le diritte pareti,
oltre i crepacci insidiosi,
rendi forti le nostre armi contro chiunque
minacci la nostra Patria, la nostra Bandiera,
la nostra millenaria civiltà cristiana.
E Tu, Madre di Dio, candida più della neve,
Tu che hai conosciuto e raccolto
ogni sofferenza e ogni sacrificio
di tutti gli Alpini caduti,
tu che conosci e raccogli ogni anelito
e ogni speranza
di tutti gli Alpini vivi ed in armi.
Tu benedici e sorridi ai nostri Battaglioni
e ai nostri Gruppi.
Così sia.
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PREGHIERADELL’ALPINO PARACADUTISTA
Eterno, Immenso Iddio che creasti gli Infiniti spazi e ne misuraste le misteriose profondità, guarda benigno a noi, Alpini Paracadutisti, che nell’adempimento del dovere, balzando dai nostri apparecchi ci lanciamo sulle nude rocce, sui perenni ghiacciai, su ogni balza ove la Provvidenza ci ha posto a baluardo della Patria, della Bandiera.
Salvaci dal gelo implacabile, dai vortici della tormenta, dall’impeto della valanga. Proteggici nell’ardimentoso volo. La nostra giovane vita è Tua o Signore!
Se è scritto che cadiamo, sia. Ma da ogni goccia del nostro sangue sorgano gagliardi figli e fratelli in numeri: orgogliosi del nostro passato, sempre degni del nostro immancabile avvenire.
E Tu, Madre di Dio, candida più della neve, Tu che hai conosciuto le sofferenze e i sacrifici degli Alpini caduti, Tu che raccogli gli aneliti dei Paracadutisti vivi ed in armi, Tu benedici e sorridi al nostro Battaglione.
Così sia
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PREGHIERA DELL'AUTIERE
Dio onnipotente ed eterno, Signore dello spazio e della vita, ascolta la preghiera devota e fiduciosa degli Autieri d’Italia.
Proteggi e benedici il servizio che rendiamo ai fratelli e donaci la capacità di usare i nostri mezzi anche per soccorrere e per salvare i bisognosi.
Infondi in noi, o Signore, l’amore per la Patria e per la Libertà. Per intercessione di San Cristoforo, nostro celeste Patrono, sostienici nell’adempimento del dovere per essere d’esempio a tutti i cittadini.
Il sacrificio degli Autieri Caduti per la Patria guidi il nostro operare verso il Tuo regno di giustizia e di pace.
Amen.
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PREGHIERA DELL’ARTIGLIERE DA MONTAGNA
Dio onnipotente ed eterno a Te,
cui danno gloria i cieli, i monti ed il mare,
noi Artiglieri da Montagna eleviamo i cuori.
Tu hai scelto nei tempi antichi la montagna,
naturale palestra di virtù umane
ed oasi perenne di religiosi silenzi,
per dare agli uomini i Tuoi comandamenti e
nella pienezza dei tempi
hai voluto proclamare al mondo
la Tua legge di amore dal colle delle beatitudini.
Signore Gesù Cristo, Tu hai detto un giorno
che nessuno ama il proprio fratello
più di colui che da la vita;
i nostri Artiglieri da Montagna hanno accolto la
Tua voce ed hanno seguito il Tuo esempio.
Sulle montagne, nei deserti, nelle steppe nevose
dove il dovere li ha chiamati, essi hanno sacrificato,
come hai fatto Tu un giorno sul monte Calvario,
la loro vita per noi; noi oggi Ti preghiamo per loro.
Nel tuo paradiso, dove non arriva la tormenta,
accogli in pace i loro spiriti immortali!
A noi che li ricordiamo quaggiù dona
la grazia di godere, anche per il loro
generoso sacrificio, una lunga pace e
di lavorare concordi per la serenità
delle nostre case e per la dignità della
nostra Italia. Amen.
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PREGHIERA DEI GUASTATORI ALPINI
Muti dinanzi all’infinito amore che stese sopra le montagne il cielo Signore Iddio noi ti preghiamo in armi noi guastatori alpini -
Dà la Tua forza agli ordigni bruniti che lanciano le fiamme, fai risplendere sul forte devastato la vittoria simile alla tua folgore -
Infondi nelle nostre penne nere l’ansia di un volo lungo oltre ogni meta che se smarrisse la via del ritorno troverà pace nel cielo -
Proteggi – o Dio – le nostre dolci case tanto lontane, i nostri focolari dove la mamma veglia attende e prega per il nostro ritorno -
Serbaci alla dolcezza dell’amore che fu giurato e segue ombra fedele i nostri passi sulle dure vie dove facciamo la guerra -
Veglia il riposo dei fratelli morti travolti dalla raffica nemica e dalla tua valanga ch’è più forte d’ogni forza umana -
Per la felicità casta dei campi per la gioia serena del lavoro per la preghiera che nel vespro sale dai campanili lontani
Dona vittoria all’armi dell’Italia ora e sempre, Signore
– Così sia -
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PREGHIERA DEL MULO
A te, mio buon conducente, rivolgo questa preghiera.
Dammi sempre da mangiare e da bere e quando il mio lavoro è finito provvedimi un riposo comodo; se non puoi darmi una lettiera asciutta e pulita in uno stallo largo e areato, fa almeno che possa riposare su un terreno pianeggiante, senza pantano, che sia al riparo dai venti durante le stagioni fredde che sia all’ombra durante l’estate. Quando rifiuto il cibo guardami in bocca, può darsi che qualche male alle gengive od alla lingua mi impedisca di mangiare, avverti sempre di questo i tuoi superiori.
Siccome io non posso dirti quando ho sete, fammi bere spesso acqua fresca e pulita, anche durante il lavoro; lasciami il tempo perché possa mangiare tutta la mia razione di fieno e di avena. Parlami, la tua voce è talora più efficace della frusta e delle redini, accarezzami sovente perché io possa imparare ad amarti ed a servirti meglio. Ogni giorno esamina i miei piedi, assicurati che i ferri siano ben attaccati, governami con dolcezza, non farmi male con le striglia, adopera di preferenza la spugna bagnata. Non tagliarmi la coda, privandomi così della mia miglior difesa contro le mosche ed i tafani che mi tormentano. Non fare strappate alle redini, e, nelle salite, non mi frustare! Non darmi calci, non battermi quando io non capisco quello che vuoi, ma fa che io possa intenderti. Se mi rifiuto, assicurati che il morso o il basto non siano fuori posto, e che non vi sia qualche cosa nei piedi che mi da dolore. Se mi adombro, non percuotermi, ma pensa che ciò può dipendere da qualche cosa che mi impedisce di veder bene, o da difetto alla mia vista. Non obbligarmi a portare un peso eccessivo alle mie forze, guarda che il carico sia ben equilibrato quando cado, abbi pazienza ed aiutami, e se inciampo, considera che ciò non dipese da colpa mia, considera il terreno accidentato che mi fai percorrere, non darmi frustate che mi rendono pauroso e nervoso. Se hai un poco di cuore non attaccarti alla mia coda durante le salite; pensa che io ho già un carico da portare e che se tu pure ti fai trascinare, accresci di molto la mia fatica, pensa quale dolore procuri tirando per tanto tempo la mia povera coda! Cerca di ripararmi dal sole. Nelle soste, quando fa freddo, o sono sudato, mettimi una coperta addosso; ricordati però di levarla quando lavoro. Vogliami bene, mio buon conducente; curami che in guerra ti sarò molto utile. Ti sarò l’amico prezioso.
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