Albo dei capigruppo
Enrico Bortolotti 1972 - 1972
Gianpaolo Bizzozzero 1972 - 1995
Rinaldo Zacchetti 1996 - 1999
Enrico Visconti 2000 - 2004
Luca Besana 2005 - 2008
Primo Nespoli 2009 - 2018
Paolo Gressani 2018 -
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Nell'anno 1971 tre Sevesini: Fiorenzo Cattaneo, reduce della Campagna Russia, Roberto Paiella ed Enrico Visconti iscritti al gruppo di Rovellasca consigliati dall'allora capogruppo Cav. Giuseppe Campi pensarono di dare vita ad un nuovo gruppo Alpini a Seveso.
Iniziarono la ricerca di nuovi Alpini tra amici e paesani. Dopo alcuni incontri e raggiunto un numero consistente decisero di ufficializzare la nascita del Gruppo AlpiniValle del Seveso.
La sera del 1° marzo 1972,si ritrovarono presso l’Osteria dei Cacciatori alla Sprelunga dove fu redatto il verbale di costituzione
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del Gruppo Alpini Valle del Seveso. Il Padrino fu l’amico Alpino Cav. Giuseppe Campi capogruppo di Rovellasca e vicepresidente della sezione di Como, motivo per il quale il nostro gruppo fu aggregato alla sezione ANA di Como. Il Cav. Campi, diede inizio alle votazioni per eleggere il primo capogruppo e il consiglio direttivo. Con vera semplicità alpina designarono capogruppo per acclamazione il Maggiore Cav. Enrico Bortolotti, come vice capogruppo fu eletto l’architetto Roberto Paiella, consiglieri: Ing. Giampaolo Bizzozzero, dr. Massimo Malgarini ed Enrico Visconti, tesoriere Sergio Rimoldi e revisori dei conti Ugo Bordoni e Ugo Lunghi.
Come sede per gli incontri scelsero di condividere un locale in via Milite Ignoto con l'allora sezione C.A.I. di Seveso.
Nei giorni successivi il nuovo gruppo organizzò di partecipare all’imminente adunata nazionale a Milano, in occasione del 100° anniversario della fondazione del Corpo degli Alpini.
Una volta ottenuto il nuovo gagliardetto fu benedetto dal cappellano Alpino medaglia d’argento al valor militare Padre Pigato e come madrina la signora Amelia Rocca, moglie del allora sindaco di Seveso, fu programmato il primo raduno del gruppo Alpini valle del Seveso, fissato per Domenica 11 Giugno.
Purtroppo, pochi giorni prima, il 28 Maggio, venne improvvisamente a mancare il capogruppo il Maggiore Cav. Enrico Bortolotti.
Il dolore fu grande, ma il gruppo non si perse d’animo, anche perché, per noi alpini, i nostri commilitoni non muoiono ma “vanno avanti” e ci aspettano nel “paradiso di Cantore”.
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Arrivò l’anno 1976 e la città di Seveso, balzò alla ribalta della cronaca internazionale, per la tragedia della diossina. Gli alpini di Seveso si opposero con veemenza contro i tentativi di emarginazione della città. Per manifestare la voglia di continuare a vivere e lavorare per la nostra città, all’adunata di Torino sfilarono uniti e compatti con uno striscione “Gli Alpini e Seveso sono vivi".
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Domenica 18 Ottobre 1987, in occasione del 15° anniversario del gruppo, inaugurammo la nuova sede. Fu una bella cerimonia accompagnata dalla Banda S. Cecilia, con la partecipazione di diverse autorità civili e militari,, nonché rappresentanze di diversi gruppi Alpini. L’onore del taglio del nastro, venne dato al Conte avv. Gianluca Dho, precedente proprietario dello stabile.
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Fu inoltre scoperto un tricolore che celava la foto dell’eroe a cui è intitolato il gruppo e la sede. Si tratta del concittadino sottotenente Raffaele Gilardino, andato avanti durante la Grande Guerra sul Monte Maggio il 9 Giugno 1915 all’età di 23 anni e decorato con medaglia d’argento al valor militare.
La storia di noi Alpini non è solo fatta di un elenco di nomi, date, battaglie e guerre, ma è soprattutto un insieme di valori, di solidarietà umana, di lunghe e silenziose amicizie, di amore per le antiche tradizioni montanare, di solidi impegni e di dovere verso il prossimo. Ovunque ci troviamo ad operare, siamo sempre presenti con la testarda volontà di non cedere mai di fronte a nessuna difficoltà. Garantiamo in ogni circostanza il nostro aiuto con fervido impegno e con la semplice genuinità d'animo che ci contraddistingue. Nel nostro vocabolario Alpino manca la parola:" impossibile”! Così siamo diventati, nel corso del tempo, non solo un particolare tipo di soldato, ma anche un particolare tipo dì uomo.
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Per capire noi Alpini bisogna conoscere la montagna e le persone che ci vivono: non è vuota retorica ricordare quanto sia faticosa la vita in montagna e quanto «dura» sappia essere la gente: dura di fronte alle fatiche, agli impegni, alle avversità, alle sofferenze, al maltempo, allo stesso ambiente naturale che la circonda.
Per questo, abituati «a tenere» in montagna, noi Alpini ci mettiamo tutto il nostro impegno per dare buona prova, ovunque ci troviamo ad operare nonostante le difficoltà.Ovunque c'è qualcuno che soffre, troverà sempre un Alpino disponibile ad offrire il proprio contributo, per poter aiutare con tenacia e fervido impegno, amore e solidarietà, senza mire propagandistiche, senza colore politico, senza desiderio di compensi. Noi Alpini lavoriamo nel silenzio del nostro spirito, nel silenzio delle nostre convinzioni, nella sicurezza dei nostri ideali che quasi sempre coincidono con gli ideali di cristiana solidarietà. Noi chiediamo sempre al Signore di rendere forti le nostre armi, armi che come citato nella nostra bellissima preghiera a Dio, sono la fede e l’amore per il prossimo e per la nostra Patria.
Eccoci quindi presenti nel soccorso alle popolazioni colpite da piccole e grandi catastrofi nazionali, e internazionali. Eccoci al fianco di persone disabili, di anziani, e di chiunque abbia bisogno di un Alpino. Così bisogna riconoscere e apprezzare tutto l’impegno che mette in servizio la nostra squadra di Protezione Civile Alpina, la «nuova trincea» dalla quale noi Alpini, con elevato spirito civico, sapremo essere ancora una volta, tenaci e volenterosi operatori della più schietta solidarietà umana, della più efficace fraternità alpina, per rendere onore alla nostra amata Penna Nera.
Nell’agosto del 1981, il nostro Alpino Ugo Bordoni partecipò all’operazione di ricostruzione nella zona di Pescopagano, che nel novembre del 1980 fu colpita dal terremoto che sconvolse l’Irpinia.Ugo Bordoni fu il primo volontario Alpino del nostro gruppo a partecipare ad operazioni di soccorso. Fu colui che nel gruppo, diede il via ad una nuova forma di volontariato, in seguito un po’ alla volta si sono aggiunti altri Alpini. Ora questa forma di volontariato si chiama "Protezione Civile Alpina".
Queste sono alcuni degli interventi a cui il gruppo ha partecipato:
dall’11 al 23 settembre 1993 “OPERAZIONE ICARO-100 camper dall'Italia alla Russia" evento da Guinness, una colonna di oltre 100 camper voluta dall' Associazione Nazionale Alpini in occasione del 50° anniversario della battaglia di Nikolàjevka.
Nel 1994 e 1995 recupero parco del Baradèll a Como.Novembre 1994 la nostra squadra di protezione civile alpina ha partecipato ai soccorsi nel Cuneese in occasione dell’esondazione del fiume Tanaro. L’ intervento della nostra squadra consisteva nella rimozione di alberi e detriti sradicati dalla forza delle acque e incastrati sotto i ponti dei fiumi Tanaro, Pesio e Ellero.
Giugno 1996 alluvione di Garfagnana.
Nel 1998 terremoto in Umbria.
Novembre 2002 terremoto in Molise.
Nel 2009 dopo il tremendo terremoto che ha sconvolto l’Abruzzo abbiamo partecipato al soccorso delle popolazioni dell’Aquila e paesi limitrofi.
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25 ottobre 2009 data indimenticabile per tutti gli Alpini, la beatificazione del nostro Cappellano Alpino Don Carlo Gnocchi. Anche noi in quella splendida mattina di fine ottobre abbiamo partecipato alla cerimonia di Beatificazione di Don Carlo Gnocchi.
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